Misurini di volumi (derrate alimentari).

I SISTEMI DI MISURA DEL PASSATO

I più antichi sistemi di misura nacquero in contemporanea dei primi rudimenti delle tecniche di scrittura fonetica. Molto probabilmente le prime misure riguardarono le lunghezze e le superfici. I nostri antenati, attraverso l’impiego dei propri arti, iniziarono a misurare le lunghezze. CUBITO, POLLICE, PALMO, BRACCIO, PIEDE e PASSO furono le prime unità di misura, molto approssimative perché variabili in base al soggetto che le eseguiva. I contadini e gli agrimensori, attraverso i piedi e i passi, misurarono le superfici dei terreni per quantificare le proprietà e le estensioni di un determinato territorio. Anteriormente al 1840, prima della riforma delle misure nazionali, il palmo era pari a metri 0,2636, mentre la canna era pari ad otto palmi antichi, corrispondente a metri 2,11 scarsi. Nel 1840, con l'introduzione del sistema decimale, la canna divenne di dieci palmi nuovi, corretti a metri 0,2645, pari ad una canna lunga metri 2,64. In canne, gli abitanti del territorio, misuravano i tracciati delle strade che collegavano i vari centri abitati e le profondità delle cisterne di pietra, scavate nella roccia calcarea, che servivano per la raccolta dell’acqua piovana. Per misurare pezze di stoffe od altro si usava il braccio antico, equivalente a due palmi. Sull’area di suolo che abitiamo, per quantificare una certa superficie di terreno, i nostri contadini usavano un'unità di misura dei volumi: lo staio, meglio conosciuto come “mezzetto”. Il mezzetto era un cilindro a doghe di legno che conteneva, rasato, Kg21,5 di cariossidi di grano. Il doppio del mezzetto era il tomolo. Il peso dell’orzo e dell’avena, messi nel medesimo strumento di misurazione dei volumi, si aggirava sui 19 chilogrammi. Pertanto per ottenere un quintale di grano erano necessari, all’incirca, cinque mezzetti. Per un tomolo di terreno, corrispondente ad ottomilacinquecentosettantacinque metri quadrati di superficie, erano necessari quattro tomoli di grano, da seminare a spaglio. All’atto della trebbiatura, che si praticava sull’aia, i contadini, pertanto, sulla base della superficie di terreno che intendevano coltivare a grano o ad altro tipo di cereale, attraverso l’impiego del mezzetto, quantificavano le sementi che dovevano conservare per l’autunno. Con l’invenzione della stadera e, successivamente della basculla, tale sistema di misura dei volumi fu abbandonato. Un tomolo di terra, a Putignano, era pari a 8575 metri quadrati. Il mezzetto corrispondeva alla metà del tomolo (4287 metri quadrati). Otto stoppelli di terreno formavano un tomolo. Uno stoppello era pari a 1072 metri quadrati di terreno. La nascita e lo sviluppo del commercio dei beni spinsero gli uomini a preparare svariate unita di misura, in base al tipo e allo stato fisico d'ogni sostanza. Spesso le unità di misura erano locali e servivano per quantificare lunghezze, aree, volumi, intervalli di tempo e pesi. Naturalmente, tutti gli strumenti di una comunità umana erano imprecisi e non corrispondenti con quelli d'altre comunità con cui si tenevano in contatto.
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Bilancia a piatti sospesi.

 

Bilancia a piatti poggianti.

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Stadera per la pesa del pane.

 

Misurini per liquidi.