LE ORIGINI DELLA FOTOGRAFIA

Il termine fotografia, in altre parole, significa scrivere con la luce. Esperimenti nel campo dell’ottica e della chimica hanno permesso l’ideazione della camera oscura e delle sostanze chimiche di tipo fotosensibile.
La camera oscura è basata sul principio fisico della propagazione della luce, che avviene in senso rettilineo. Tale camera oscura, in forma semplice, è una scatola chiusa con un piccolo foro al centro di una faccia, da cui entra un fitto fascio di luce che proietta sulla faccia opposta, all’interno, l’immagine capovolta di quello che trovasi davanti al foro. Un foro di piccola dimensione permette di ottenere un'immagine nitida e ben definita come contorni. Ponendo sull’obiettivo una lente biconvessa si ottengono immagini più nitide e luminose, proiettate sulla parete. Sulla stessa parete, inizialmente, si pose una lastra di vetro smerigliato su cui le immagini si potevano vedere. Solo verso il 1826 sopra una lastra di peltro, spalmata di bitume e sali d’argento, fu ottenuta la prima immagine fissa. Nel 1851 fu utilizzata una lastra di vetro per ottenere negativi da cui ricavare stampe (positivo). Nel 1887 fu brevettato un processo che permetteva di ottenere dalla cellulosa un rullino di celluloide, molto più leggero del vetro che, rivestito di sali d’argento, sotto l’effetto della luce, si modificava e creava, sul nastro di celluloide, un'immagine latente. Con il bagno di sviluppo, i sali d’argento si scurirono e formarono l’immagine reale (positivo).
Con l’operazione di fissaggio, ulteriore procedura, si fissa in modo duraturo l’immagine sul rullino di celluloide.
Le carte fotografiche sono fatte di cartoncino lucido, oppure opaco, su cui sono spalmati sali d’argento, così come sono posti sui rullini di celluloide. La procedura per ottenere le immagini sulla carta è simile a quella dello sviluppo dei rullini, dopo aver opportunamente ingrandito l’immagine del positivo del rullino sviluppato, attraverso un ingranditore, e proiettata sulla carta sensibile.
Una procedura, quella descritta sopra, abbastanza lunga e che richiede competenze, abilità e buona volontà. Un’arte tramontata a causa dell’avvento delle macchine fotografiche basate sull'ottenimento d'immagini digitali. Un mestiere che passa nel libro della storia degli uomini per divenire, con il passare del tempo, un ricordo d'opere che richiedevano creatività, capacità a produrre con le proprie mani una testimonianza, un segno da lasciare ai posteri.
Io, in qualità docente, per svariati anni ho insegnato agli allievi anche l’arte della fotografia, lavorando con loro nella camera oscura, sviluppando immagini in vario formato che destavano nei presenti meraviglia ed entusiasmo ad imparare quel percorso meraviglioso che nasceva e si sviluppava in assenza di luce.

Sviluppatore per rullini.

Ingranditore a colonna.

Interno di una camera oscura utilizzata per lo sviluppo fotografico.

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Immagini in bianco-nero elaborate nel laboratorio fotografico.

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