Lampara a petrolio.

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L′IMPORTANZA DELLA LUCE ARTIFICIALE

Da sempre la Terra è illuminata dalle radiazioni luminose che provengono dal Sole.
Di notte l’uomo, per millenni, ha illuminato gli ambienti domestici con la luce artificiale prodotta da lampade dove bruciavano combustibili liquidi o gassosi.
Nei tempi antichi la lampada era costituita da una coppa o scodella fittile, detta lucerna, dove ardeva per tutta la superficie un combustibile liquido (olio o grasso).
La lucerna era costituita da un recipiente contenente, in ordine di tempo: olio, grasso e infine petrolio, nel quale affondava uno stoppino che era tenuto in un beccuccio per produrre la fiamma. Questa era protetta da un globo di vetro aperto in alto, da dove uscivano i gas della combustione. Poggiava sopra una piastrina bucherellata che permetteva l’ingresso dell’ossigeno necessario alla combustione stessa.
Agli inizi del 1800 le strade e le piazze delle grandi città, di sera, per facilitare il percorso di carrozze e di pedoni, erano illuminate da lampioni a gas o ad olio.
Le piccole stradine e le piazzette di Noci erano state dotate di fanali a olio lampante, montati sopra una colonna di ghisa o sostenuti da bracciali fissi ai muri.
All’accensione, allo spegnimento e all’assistenza di questi fanali erano incaricate più persone ingaggiate dal Comune. Alcune famiglie putignanesi conservano il soprannome di “fanalisti” perché discendenti da un loro avo che praticava la suddetta attività.
Le illuminazioni provvisorie di piazze, in occasione delle feste patronali, si realizzavano attraverso l’impianto di lampade a carburo. Le lampade funzionavano bruciando acetilene, gas che era prodotto in particolari contenitori, dalla reazione del carburo di calcio con l’acqua. Per mantenere costante la reazione e il flusso d'acetilene alle singole lampade, montate lungo l’arcata della luminaria, si richiedeva l’opera d'uomini esperti nel settore.
Le prime biciclette furono dotate di piccole lampade a carburo. Sino a qualche decennio addietro i venditori ambulanti di nocelline e di altri articoli illuminavano la propria bancarella con lumi a carburo.
Nella casa, al termine del lavoro giornaliero, la famiglia si raccoglieva accanto al caminetto dove bruciava la legna. Essa sviluppando calore, riscaldava il piccolo ambiente e cuoceva o i legumi contenuti in una pignatta in terracotta, posta accanto ai tizzoni ardenti, oppure la verdura e gli altri alimenti immessi in una caldaia di rame sospesa alla camastra che scendeva dalla gola del camino.
Attorno al focolare le famiglie si rifocillavano, raccontavano gli eventi della giornata, organizzavano il lavoro che si doveva eseguire il giorno successivo. Poi, alla fioca luce di una lampara, attorno a un piccolo tavolo in legno di quercia, sopra il quale erano stati posati due grandi piatti (i mbriéle), uno per i genitori e l’altro per i figli, o una gran coppa in terracotta, colmi di minestra fumante, si consumava la cena con un buon appetito.
Lumi ad olio, a gas e a petrolio hanno fatto la loro storia sino alla fine del secolo scorso, quando, con la costruzione delle prime centrali elettriche che producevano corrente alternata trifase, parecchie città europee furono illuminate attraverso l’impiego di quest'energia, con lampade ad arco, inizialmente, e poi con quelle ad incandescenza.
La lampada ad arco era costituita da un’ampolla di vetro contenente due bacchette di carbone, distanziate opportunamente da una vite e collegate a un circuito elettrico in modo che fra i loro estremi si generasse una scarica elettrica capace di fornire energia all’aria contenuta, eccitandola fino alla produzione di una luce intensa.
Nella lampada ad incandescenza la luce è prodotta dall’incandescenza di un sottile filamento di tungsteno, tenuto sotto l’azione di una corrente elettrica che l’attraversa.
Inizialmente le società produttrici di corrente elettrica furono di tipo privato.
A Putignano, nell’anno 1908 entrò in funzione una piccola centrale termoelettrica che bruciava carbone fossile e la sua ciminiera emetteva un fumo nero, simile a quello che fuoriusciva dalle locomotive a vapore. Fu proprio Putignano uno dei primi comuni della Puglia a servirsi dell’elettricità per illuminare strade, piazze ed abitazioni.
Anche a Noci, verso il 1915, nelle vicinanze della stazione ferroviaria, sorse una centralina elettrica a carbone che fu dotata di un’alta ciminiera per liberare nell’aria i fumi della combustione del carbone. La corrente elettrica che produceva era utilizzata dai comuni di Noci, Alberobello e Locorotondo.
La corrente elettrica, che è ottenuta nelle centrali elettriche per induzione magnetica, fa parte della storia della tecnica degli ultimi cento anni.
L’evoluzione della tecnologia se da un lato ha contribuito a migliorare il tenore di vita degli uomini, dall’altro ha posto la necessità di un consumo sempre maggiore delle risorse energetiche della Terra, che sta provocando la diminuzione delle scorte.
Parecchie fonti energetiche che l’uomo sfrutta provengono dall’energia solare, cioè dalle radiazioni luminose e termiche che il Sole, da miliardi di anni, invia sulla superficie terrestre.
La luce, un fenomeno fisico che ci permette di vedere, consiste in energia elettromagnetica che si propaga per onde nello spazio, sino a giungere sulla rètina del nostro occhio.
Si origina negli atomi dei corpi quando questi assorbono energia termica e la immagazzinano, rimanendone eccitati. L’energia eccedente è liberata sotto forma di radiazioni elettromagnetiche di varia intensità in base all’energia di cui dispongono.
L’occhio umano ha la sensibilità di percepire la luce di lunghezza d’onda compresa fra i quattrocento e i settecento milionesimi di millimetro e con frequenza dai quindicimila ai ventimila cicli al secondo.
Ritengo che solo attraverso la ricerca storica riguardante i fatti accaduti e lo studio motivato che, ognuno di noi, può acquisire conoscenze e interpretare fenomeni, appropriandosi di mezzi per operare giudiziosamente sul territorio che abitiamo.

Una piazzetta di Noci in cui si notano lampioni a petrolio: fine del 1800.

Primi decenni del 1900: medesima piazzetta illuminata, di notte, con lampioni elettrici ad arco.

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Lume ad olio combustibile.

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Lume a carburo.

Lume a petrolio per interni.

Lume a petrolio di tipo signorile.

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Piccola centrale termoelettrica che sorse a Putignano nel 1908.

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