Il melograno o melagrano
Il melograno o melagrano è una pianta originaria della Persia, e tramite uccelli, voraci di grani dei frutti, si è propagato per tutti i paesi del Mediterraneo. Verso l’autunno inoltrato, i frutti, voluttuosi, dal bel colore rosa, tendente al viola-arancio, a completa maturazione, si schiudono mettendo in vista tanti grani dal colore rosso-lilla, sistemati ad alveare e ricoperti di una sottile membrana biancastra.
La pianta dona un fascino particolare al paesaggio, abbarbicata tra i brevi dirupi o sparsa fra le pietraie, così comuni sul nostro territorio.
Si tratta di un arbusto che spesso si sviluppa a cespuglio, proprio perché posa tanti polloni a livello del terreno. Questo arbusto, dopo la maturazione dei frutti, a fine autunno, perde le foglie che, perso il colore verde intenso, ingialliscono e cadono al suolo. A primavera si schiudono le gemme e spuntano le nuove foglioline di colore roseo. Spuntano i fiori, dal calice e dai petali di colore vermiglio, assai ornamentali, per ridonare all’occhio umano la possibilità di poter godere di tanta bellezza. In passato, il melograno era piantato davanti ai trulli, abbellendoli e originando ombra nei mesi estivi, sembrava fare da sentinella all’abitazione rurale, oltre che donare, ai visitatori, prima i suoi fiori dal colore vermiglio e poi i grandi frutti sferici, marezzati da un colore che va dal giallo verso il rosa.
Dovunque, sui terreni che l’uomo ha reso coltivabili attraverso l’impegno quotidiano e tanta buona volontà, ancora oggi, si notano alberi da frutta, giunti sino a noi da altri lidi, a volte molto lontani, arricchendo il nostro patrimonio verde, oltre a fornirci alimenti molto utili alla sopravvivenza. E’ proprio la nostra terra, arsa dal Sole, che matura quei frutti tanto colorati, attraenti, gustosi, capaci di soddisfare appieno palato ed occhio.
Coloro che vengono a conoscere il nostro territorio con le sue verdeggianti colline, le contrade, specie quelle curate da uomini che in queste hanno trascorso una buona parte della propria esistenza, l’apprezzano e l’amano più di noi che, da questa terra siamo stati generati.
La pianta dona un fascino particolare al paesaggio, abbarbicata tra i brevi dirupi o sparsa fra le pietraie, così comuni sul nostro territorio.
Si tratta di un arbusto che spesso si sviluppa a cespuglio, proprio perché posa tanti polloni a livello del terreno. Questo arbusto, dopo la maturazione dei frutti, a fine autunno, perde le foglie che, perso il colore verde intenso, ingialliscono e cadono al suolo. A primavera si schiudono le gemme e spuntano le nuove foglioline di colore roseo. Spuntano i fiori, dal calice e dai petali di colore vermiglio, assai ornamentali, per ridonare all’occhio umano la possibilità di poter godere di tanta bellezza. In passato, il melograno era piantato davanti ai trulli, abbellendoli e originando ombra nei mesi estivi, sembrava fare da sentinella all’abitazione rurale, oltre che donare, ai visitatori, prima i suoi fiori dal colore vermiglio e poi i grandi frutti sferici, marezzati da un colore che va dal giallo verso il rosa.
Dovunque, sui terreni che l’uomo ha reso coltivabili attraverso l’impegno quotidiano e tanta buona volontà, ancora oggi, si notano alberi da frutta, giunti sino a noi da altri lidi, a volte molto lontani, arricchendo il nostro patrimonio verde, oltre a fornirci alimenti molto utili alla sopravvivenza. E’ proprio la nostra terra, arsa dal Sole, che matura quei frutti tanto colorati, attraenti, gustosi, capaci di soddisfare appieno palato ed occhio.
Coloro che vengono a conoscere il nostro territorio con le sue verdeggianti colline, le contrade, specie quelle curate da uomini che in queste hanno trascorso una buona parte della propria esistenza, l’apprezzano e l’amano più di noi che, da questa terra siamo stati generati.
