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L′ACQUA: BENE INDISPENSABILE PER LA VITA

Il territorio che noi abitiamo ha mostrato, in linea di massima, da sempre, condizioni generalmente favorevoli allo sviluppo delle attività pastorali ed agricole.
Tuttavia alcuni fattori negativi, come la siccità estiva, la mancanza di catene montuose, la povertà di suolo, le instabili condizioni del sottosuolo calcareo rendono difficile la coltivazione del terreno.
Il clima che investe il territorio nocese è di tipo mediterraneo, cioè caratterizzato da inverni miti e piovosi e da estati calde e asciutte.
La vegetazione tipica, spontanea e coltivata, è costruita da piante che sopportano molto bene il periodo estivo con clima caldo asciutto.
Gli arbusti, le querce, i pini, l’olivo, la vite, il mandorlo e il ciliegio dominano sul territorio.
Nei tempi antichi, quando l’uomo pastore s’insediò sul territorio, ricercò luoghi adatti al pascolo dei suoi animali e idonei a soddisfare il suo bisogno alimentare di cibo e acqua.
I costoni delle gravine, i canaloni ove scorrevano piccoli corsi d’acqua, le lame che sul fondo valle presentavano doline: conche naturali, dove confluivano e si raccoglievano dai pendii le acque piovane, furono i posti maggiormente scelti per soddisfare i suddetti bisogni.
Le gravine, i canaloni e le doline sono solcature e conche della crosta terrestre di tipo calcareo, tipiche del territorio che abitiamo, che si sono formate come diretta conseguenza della dissoluzione del carbonato di calcio, per scorrimento, dilavamento ed asportazione delle acque di superficie, o per cedimento di strati rocciosi, a seguito dell’asportazione di materiale calcareo dovuto alla circolazione d'acque sotterranee.
Gli uomini del passato, per conservare l’acqua nei mesi di siccità, scavarono sul fondo delle doline, nella roccia, buche che poi impermeabilizzarono con malta costituita da grassello e bolo. La buca fu coperta attraverso la sistemazione di conci di pietra; realizzando così una volta a cupola simile a quella del trullo primordiale.
Sulla sommità, a livello del piano della dolina, attraverso un’imboccatura, l’acqua poteva confluire e raccogliersi all’interno, oppure essere prelevata al momento del bisogno.
Nacque così la cisterna di pietra o foggia, da fovea, fossa interrata, a forma di campana, che permetteva ai pastori, prima, e agli allevatori organizzati poi, di potersi approvvigionare d'acqua nei mesi di siccità, quando quelle superficiali scarseggiavano.
Le vecchie case del centro storico di Noci, alcuni vicoli, la periferia del paese, i nuclei di trulli e le masserie sparse per la campagna sono ricche di queste testimonianze storiche che hanno permesso all’uomo di sopravvivere quando l’ambiente era poco ospitale.
Il ciclo dell’acqua consente, ancora oggi, la nascita e la crescita delle piante; dove esso non avviene, vengono a formarsi i deserti e la vita vegetale e animale è impossibile. Sappiamo che il corpo umano, capolavoro del creato, è composto per nove decimi d'acqua.
L’uomo moderno, nella situazione attuale, condizionata dal benessere e dallo sviluppo tecnologico, non deve trascurare la cura e il rispetto dell’ambiente e di tutti i beni che presenta.
Pertanto la politica ambientale deve considerare l’acqua un bene indivisibile dall’ambiente.

Dolina.

Imboccature di cisterne sul fondo di una grande dolina.

Grande cisterna.