IL CLIMA LOCALE

Il clima di Noci dipende soprattutto dalla sua posizione rispetto all’Adriatico e allo Ionio. Il mare, che si raffredda meno rapidamente della terra, invia sulle nostre colline le brezze temperate che permettono un inverno alquanto mite. La scarsa altezza dei rilievi non provoca i contrasti climatici che sono comuni nelle regioni montane dove sono basse la pressione atmosferica e il tasso d'umidità ma alte la piovosità e la differenza di temperatura fra minima e massima, nell’arco delle ventiquattro ore.
La latitudine del nostro paese è di 40° 47’ 40’’, a nord dell’equatore.
I contrasti climatici sono abbastanza ridotti per via dell’andamento ondulato dei vari rilievi, che non ostacolano i venti che spirano dalle varie direzioni. D’estate il clima è prevalentemente sereno e secco, mentre nelle altre stagioni le varie correnti di aria fredda contribuiscono a rendere instabile il clima. La piovosità è scarsa, specie nei mesi estivi, e la rugiada si forma durante le notti serene da settembre a maggio. Le brine, specie nei mesi primaverili, sono abbastanza frequenti e danneggiano gli alberi fioriti. I temporali si scatenano in autunno inoltrato e, qualche volta, portano anche grandine, che arreca danno agli ultimi raccolti di frutta e verdura.
In ultima analisi, si può affermare, che il clima locale origina un ambiente a elevata aridità che non permette di raccogliere buoni frutti dalla pratica dell’agricoltura.
Per le alte temperature estive, per la scarsa piovosità, per la costanza dei venti, per le brine primaverili e l’incostanza della temperatura e delle piogge, le produzioni agricole ne risentono tenacemente.
Il risultato di vari agenti atmosferici che caratterizza un paesaggio è il clima. Il clima dunque rappresenta l’andamento atmosferico medio di un territorio; è evidente quindi, che influenza anche le forme di terreno, la vegetazione e il modo di vivere dell’uomo.
Tre gli elementi che determinano il clima: umidità, pressione atmosferica e temperatura. Per umidità è da intendersi la quantità di vapore acqueo presente nell’aria, proveniente dall’evaporazione delle superfici liquide e umide della Terra, e dalla traspirazione delle piante. La massima evaporazione, a causa dei raggi di sole, avviene sugli oceani e dalle grandi estensioni di boschi. Il livello d'evaporazione dell’acqua è in rapporto alla temperatura e a quanta umidità contiene l’atmosfera: è maggiore se l’aria è secca, mentre cessa quando diviene satura, in altre parole non più nelle condizioni di trattenere vapore acqueo.
Una massa d'aria calda e umida, scontrandosi con altra più fredda, si raffredda e il suo vapore acqueo si condensa, formando le nubi.
Un successivo raffreddamento fa aumentare le dimensioni delle minuscole goccioline d'acqua che, per l’aumento di peso, non più sostenute dall’aria, cadono sotto forma di pioggia.
La pioggia si trasforma in fiocchi di neve quando la temperatura scende sotto lo 0°C.
Le goccioline d'acqua, quando sono spinte dal vento intenso verso strati atmosferici elevati e freddi, si congelano e formano la grandine, che cade al suolo con violenza e a scroscio.
Nelle zone umide di pianura, il vapore acqueo che si condensa verso il suolo, forma la nebbia, frequente in autunno e in inverno. Nelle ore più fresche del mattino, a contatto con il suolo e la vegetazione, il vapore acqueo si condensa, formando la rugiada. A temperatura inferiore a 0°C il vapore si trasforma in cristalli di ghiaccio, dando origine alla brina.

Brina.

Rugiada.

Nebbia.

Neve.

Radiazioni solari.

Nuvole.