I FUNGHI


I FUNGHI

L’autunno è, fra l’altro, anche la stagione dei funghi, delle giornate che durano meno tempo, di quei tramonti del sole, all’orizzonte, tra nuvole multicolore che riflettono una luce attenuata, per via dell'elevata umidità che si condensa nell’atmosfera, sulle case in cui iniziano a sostare gli uomini alla ricerca di quel tepore non più presente negli spazi aperti della Terra. E’ in questo periodo dell’anno che, sul territorio da noi abitato, iniziano a cadere le prime piogge, lente e continue, che staccano dai rami degli alberi le ultime foglie ingiallite che, cadendo, vanno a ricoprire la terra arata di fresco, formando un manto che le brezze accarezzano e trascinano verso i muri a secco che circoscrivono le singole proprietà. Dai comignoli dei trulli e delle masserie di pietra, tra la luce del tramonto che diviene sempre più fioca, s’innalzano piccole nuvole di fumo a testimonianza di un territorio abitato dall’uomo.
Mentre i ceppi ardono nei caminetti e propagano nell’aria gli odori delle varie essenze legnose, gli uccelli migratori ritardatari si radunano per partire per mete a noi sconosciute, verso terre lontane, portando sulle ali, forse, gli odori della nostra terra.
Nei ricordi della memoria, tra i vicoli del nucleo storico, in autunno, erano intensi gli odori che emanavano melacotogne, nespole, melagrane e mosto in fermentazione che erano stati depositati nelle cantine e nei sottani abitati da povera gente.
All’imbrunire, fuori del centro storico, oltre Porta Putignano, sulla destra, verso il bar Ritella, uno accanto all’altro, dietro grandi cestini di vimini, tipiche figure del bracciantato nocese esponevano le varie specie di funghi che avevano raccolto nei tanti boschi della Murgia barese.
La gente, anche forestiera, si accomunava tutt’attorno per gustare l’odore dei funghi raccolti di fresco. Ognuno, poi, n'acquistava una parte da portare a casa.
Odori unici di silenziosi boschi millenari, profumi di una terra meravigliosa, di una natura che spesso non meritiamo. I “fungiari” o meglio i ricercatori di funghi, sono coloro che portano nelle nostre case l’odore della natura che, da sempre, ci rinnova i suoi doni.
In questi ultimi anni, sia a Noci sia in alcuni altri paesi della zona, si organizzano annualmente le sagre in cui si cerca di propagandare la conoscenza e il consumo dei funghi mangerecci.
Secondo un mio modesto e disinteressato parere, tali sagre, non propagandano le nostre risorse territoriali perché nei boschi di Noci si sviluppano, se cadono piogge abbondanti in autunno, solo determinate specie di funghi. I funghi esposti provengono da altri luoghi, abbastanza distanti da noi, facenti parte, anche, di paesi esteri.
Ritengo che bisogna, invece, analizzare il nostro ambiente di vita e valutare e propagandare, di questo, tutto quello che ha di buono: latte e suoi derivati, prodotti alimentari caratteristici della nostra terra, al fine di rivalutarlo e di farlo conoscere a quanti ne hanno interesse. Alla sagra del fungo, ormai provata positivamente, si possono abbinare quella delle noci e dei dolci derivati, o quella del maiale e delle carni nostrane, non escludendo, ove possibile, alcuni stand in cui propagandare la natura del territorio nocese, la storia fatta dagli uomini che lo hanno abitano, le attività tipiche legate alla sua natura.
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RUSSULA AURATA

RUSSULA DELICATA

LEPIOTA PROCERA

CANTHARELLUS CIBARIUS

PORCINO NERO

ARMILLARIELLA MELLEA