LA STORIA DELLE STRADE

All’inizio l’attuale territorio di Noci era prevalentemente boscoso e difficile da percorrere, perché gli alberi di quercia, molto fitti ed alti, i cespugli e rovi, ponevano grande ostacolo alla circolazione.
L’uomo durante i millenni del paleolitico cacciava gli animali per soddisfare i suoi bisogni primari di alimentarsi e di vestirsi.
Nel momento in cui la selvaggina si ridusse, egli imparò ad allevare animali facilmente addomesticabili e, pur rimanendo nomade, si dedicò alla pastorizia.
Con la scoperta dell’agricoltura, nel periodo neolitico, iniziò, attraverso il disboscamento, ad aprirsi delle radure nei boschi.
La pratica dell’allevamento e dell’agricoltura lo indusse a sostare sul territorio.
Prima ancora che gli uomini, furono gli animali a tracciare tra la folta vegetazione le prime piste, spostandosi dalle loro tane verso i luoghi in cui si potevano trovare cibo e acqua in abbondanza.
Da nomade, l’uomo primitivo seguiva le orme degli animali sia per andare a caccia sia per spostarsi verso nuove zone vergini e più produttive.
Di conseguenza si formano i primi sentieri rudimentali e malagevoli, da cui si svilupparono le prime strade che l’uomo sfruttò anche quando divenne sedentario ed ebbe bisogno di recarsi dalla propria abitazione nei luoghi di culto o laddove svolgeva le sue attività.
Da questo momento in poi sorse la necessità di collegare tra loro villaggi vicini e perciò si diramarono numerosi viottoli.
Questi sul territorio erano stretti e tortuosi , distribuiti a casaccio, tracciati sommariamente attorno alle radure coltivate e fatti in terra battuta a causa del continuo calpestio degli uomini e degli animali.
I viottoli, stretti e tortuosi, nascevano dove il suolo era arido o incolto, perché non si doveva sottrarre terreno coltivabile agli agricoltori e inoltre non bisogna dimenticare che il suolo collinare, in alcuni punti, è molto scosceso.
Il trasferimento delle derrate alimentari, semi e legna da ardere, dalla campagna ai nuclei abitati, che inizialmente avveniva a spalle, venne poi eseguito sulla soma dei muli (quadrupedi molto resistenti derivati dall’incrocio tra cavallo ed asina). I percorsi tenuti da questi animali, non molto differente dai viottoli, ancora oggi presenti in luoghi montani, sono chiamati “mulattiere”.
Con la scoperta della ruota e poi del carro, gli antichi viottoli risultarono stretti e pertanto furono allargati e livellati per far scorrere più facilmente i mezzi di locomozione che si utilizzarono, sempre più copiosi, per commerciare con altri nuclei abitati le risorse del territorio.
Per facilitare il movimento dei carri, a traino animale, e per far sì che le acque piovane non facessero sprofondare le ruote nel terreno, le strade vennero ricoperte con uno strato di breccia (pietre ridotte in piccole dimensioni dai “spaccapietre”).
Ormai l’uomo aveva imparato bene a sfruttare l’energia muscolare degli animali, per alleviare la fatica del lavoro dei campi e dei trasporti.
Le strade si diffusero sempre più, si diramarono per tutta la campagna, perché portavano alle singole proprietà. I solchi, tracciati sulla strada brecciata dalle ruote dei carri cerchiati in ferro, vennero detti “carreggiate”; termine che ancora oggi è ricorrente, per indicare le corsie di una qualsiasi strada asfaltata. In parecchie zone del territorio non ancora alterate profondamente dalla mano dell’uomo moderno, si notano, sui cigli dei carrai, i posti di sosta dotati di “FOGGIA” per l’accumulo dell’acqua piovana e di pile, dove si abbeveravano gli animali transumanti. A Noci, fino a cinquant'anni fa, tutto era fatto a misura di carro. I palazzi delle famiglie di casato nobile e quelli dei possidenti avevano una rimessa per le carrozze e la stalla per i cavalli. Il paese brulicava di carri in movimento e nel giorno di mercato settimanale, sui lati di tutto l'estramurale e sulle piazzette, non si notavano automobili parcheggiate ma "traini " (carri agricoli), sciarrette, sciarraball e sopramoll (calessi). Le strade strette, polverose e spesso bucate dal movimento delle ruote dei carri, hanno fatto la storia di Noci.
Con l'invenzione dei mezzi a motore le vecchie strade sono state allargate e asfaltate.
Si ricorda che il bitume o catrame, materia prima per produrre asfalto, è il sottoprodotto ottenuto dalla distillazione frazionata del petrolio. Il catrame è opportunamente dosato con sabbia e pietrisco per originare l'asfalto. Attraverso un'attenta osservazione del costruito, possiamo comprendere come l’uomo nocese, per bisogno, ha operato con tenacia, per possedere e gestire in modo razionale il patrimonio ambientale.

Viottolo.

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Carrai primordiali.

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Spaccapietre impegnato a produrre la "breccia": pietrisco di grandi dimensioni impiegato per il riempimento delle buche dei carrai, originate dal movimento dei carri.

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Traini agricoli del passato.

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Calesse privo di mantice.

Solcature della Traiana prodotte dalle ruote dei carri: strada Romana che collegava Roma a Brindisi.

Asfaltatura di una strada del centro abitato di Putignano. Anni Quaranta del secolo scorso. 

Preparazione del fondo stradale per eseguire l'asfaltatura. Una strada principale di Noci negli anni cinquanta del secolo scorso.