IL CESTAIO O PANIERAIO

Il cestaio o panieraio, artigiano molto comune nella Noci del passato, è stato chi si dedicava alla realizzazione di contenitori di vimini, in varia forma e dimensioni, che la gente utilizzava per deporre e trasferire da un luogo all’altro i prodotti della terra e quelli derivati dall’allevamento degli animali domestici.
Durante il mese d’agosto egli rimediava la materia prima, rintracciabile sul territorio, necessaria per lavorare tutto l’anno. Canne, polloni d’ulivo, del nero (selvatico del ciliegio) e di rovo, dopo averli riuniti in fasci, li depositava in cantina, nel sottano (piano terra di un'abitazione fatta con pietre) o in altro luogo fresco, affinché non perdessero la flessibilità, necessaria nel momento in cui sarebbero stati messi in opera.
Gli ortolani usavano le ceste per mettere in mostra, sulle piccole piazze del paese, gli ortaggi che intendevano vendere ai compaesani. Le nostre nonne trasferivano la frutta, dalla campagna alle proprie residenze, nei cestini che sospendevano alle braccia attraverso il rispettivo manico. Ogni donna, del passato, poggiava il gran paniere colmo di generi alimentari sulla testa, dopo aver messo una ciambella fatta di stoffa, necessaria per migliorare l’appoggio e l’equilibrio.
Le massaie, nei cestini, deponevano le uova a strati alterni con paglia per trasferirle in paese il martedì, giorno di mercato, e venderle agli acquirenti provenienti dai paesi marittimi o da quelli dove non era comune la pratica dell’allevamento.
Coloro che erano proprietari di una bicicletta, più fortunati, potevano appendere i cestini al manubrio o porli sui portabagagli, alleviando così la gran fatica per il trasporto.
Il cestaio, per ottenere cestini di maggiore pregio, scortecciava i polloni subito dopo averli staccati dalle piante perché la corteccia, ricca di linfa, si staccava facilmente. I fasci di polloni conservati in cantina, al momento dell’impiego, li immergeva in una vasca colma d’acqua, affinché riacquistassero la necessaria flessibilità per un’idonea messa in opera. Con i vimini componeva il fondo, la parte scheletrica e il manico del cestino mentre, la restante parte, la ultimava con canne tagliate a strisce attraverso l’impiego di un coltello a punta ricurva (a runcèd).
Le canne sono piante dal fusto diritto, vuoto, lungo, nodoso, flessibile, che crescono spontaneamente nelle zone dove abbondano le acque stagnanti e pertanto, i panierai le tagliavano lungo le paludi di Metaponto e le caricavano sui traini per trasferirle a Noci.
Per lunghi periodi i cestini sono stati realizzati sempre uguali e con l’utilizzo degli stessi materiali. La conoscenza delle tecniche costruttive è stata tramandata di padre in figlio e non ha subito rilevanti cambiamenti.
Le risorse naturali del territorio che abitiamo, da sempre, sono state sfruttate al meglio per soddisfare i bisogni delle varie generazioni senza compromettere la conservazione dell’ambiente e il suo rinnovamento.

Anziana con un grande fazzoletto colmo di verdura poggiato sulla testa.

Portatrice d'acqua.

Costruttori di cestini

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Grande cesta per ortaggi e frutta.