Grande contenitore in terracotta che, in passato, era usato per conservare vino.

Contenitore in terracotta che, in passato, si usava per conservare l'olio.

Quarta: contenitore per liquidi.

Contenitore di acqua potabile: utilizzato dai braccianti agricoli del passato.

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Restauratore di contenitori di terracotta.

I CONTENITORI IN TERRACOTTA

L’argilla è una terra abbastanza comune che si trova, di solito, lungo le rive dei corsi d’acqua o in giacimenti. Presenta una spiccata proprietà plastica e pertanto se impastata con acqua, quando è in finissime particelle, può essere plasmata e modellata.
Le argille pure sono totalmente costituite da caolino bianco, mentre, quelle comuni sono di colore variabile in base alle sostanze che contengono.
L’impasto, modellato con varie tecniche, dà origine a molteplici oggetti che, tenuti all’aria perdono l’acqua e conservano la forma data. Per conferire consistenza e durezza, successivamente, gli oggetti sono trasferiti in forni di cottura, ad una temperatura che si aggira tra gli 800 e i 1200°C. Segue il lento raffreddamento e i prodotti, allo stato grezzo, possono essere immessi in commercio. Alcuni oggetti possono essere migliorati nell’aspetto e nelle caratteristiche attraverso il rivestimento con vernice trasparente detta “vetrina” o con smalto. Tali manufatti vengono nuovamente infornati a temperature che si aggirano intorno ai 1000°C, al fine di ottenere una pellicola dura, resistente ai graffi.
I vasi da fiori, orci e anfore dal colore rosso, si ottengono con l’uso di argille comuni, meglio conosciute come “terrecotte”. Le porcellane derivano da caolino puro e sono i prodotti ceramici più pregiati.
Le prime civiltà umane conobbero ben presto le tecniche di lavorazione e cottura delle ceramiche. I Romani, in quei luoghi dell’Impero in cui mancava la pietra da costruzione, impiegarono l’argilla per realizzare mattoni cotti nelle fornaci. Presso i nostri territori, l’argilla era largamente utilizzata per impermeabilizzare le pareti delle cisterne che gli uomini scavavano nella roccia calcarea. Tali cisterne, numerose e sparse per la campagna, servivano per la raccolta delle acque meteoriche.
Capasoni, capase, capaseddé, quarte, pignate, pignatìdde, tìedde, mbriéle, ruzzule ed altro, erano i nomi più ricorrenti dei vari contenitori d’argilla cotta. Alcuni dei suddetti contenitori erano utilizzati, a livello locale, come unità di misura dei liquidi.
Sino alla metà del secolo scorso le donne, con la quarta poggiata sulla testa, andavano a fornirsi d’acqua alle cisterne comunali prima, e alle fontane pubbliche successivamente, quando ci fu l’avvento dell’Acquedotto Pugliese, verso il 1920.
A Grottaglie, un paese della provincia di Taranto, ancora oggi, operano svariati artigiani che si dedicano a produrre oggetti di terracotta, tipici della Puglia, che soddisfano la passione dei turisti.

Contenitori usati in passato per la conservazione dell'olio.

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