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LE GRAVINE

Le gravine sono grandi e profondi canali scavati dall’acqua in cui spesso continuano a scorrere i corsi che si gettano in mare. Le grotte che si trovano sulle loro pareti sono state le antiche abitazioni dei primi uomini che hanno abitato la Terra. In Puglia, sulla costa adriatica, queste formazioni carsiche sono conosciute con il nome di “canaloni” mentre, sulla costa ionica, sono dette “gravine”, tanto che alcuni paesi prendono li nome dalla gravina come Gravina di Puglia.
Esplorare i segreti celati nella roccia è come fare un viaggio incantevole in un mondo antico, racchiuso nel ventre della Terra, in grotte spalancate ai nostri occhi, oscure e magiche come la nostra psiche che sviluppa pensieri e sentimenti.
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LA GRAVINA DI MATERA

Matera è uno dei capoluoghi di provincia della Basilicata. La città adesso, conta circa 55.000 abitanti ed è ubicata a 401 metri sul livello del mare. Matera si è sviluppata lungo i dirupi della sua gravina, un burrone molto profondo e lungo diversi chilometri, attraversato da un torrente. Essa è costituita da tre parti risalenti a tre epoche differenti: quella più antica “I Sassi”, la parte medievale-rinascimentale lungo “Il Piano” ai bordi dei Sassi e infine la città nuova.
Le origini di Matera risalgono ad epoche antichissime, e per questo motivo è considerata una delle città abitate più antiche al mondo. E’ anche nota come la “città sotterranea” in quanto le antiche abitazioni sono state ricavate da grotte scavate nella roccia. In effetti, i primi popoli che decisero di stanziarsi nella zona, s'insediarono intorno al serbatoio d’acqua chiamato Jurio ed occuparono le grotte che poi trasformarono in veri e propri villaggi trincerati.
L’insediamento della “ Civita ”si erge nella parte più alta, considerata il primo nucleo della futura Matera; nota per aver ospitato una continuità di vita dal Paleolitico ai giorni nostri. Del resto i ritrovamenti rinvenuti nei pressi della cattedrale, sono attribuibili a diversi periodi della storia della città, oltre ai documenti raccolti nel Museo Nazionale Ridola.
I Sassi, in altre parole, le famose abitazioni, rappresentano il nucleo più antico della città. Esiste il Sasso Caveoso ed il Sasso Barisano . Il Sasso Caveoso (da caveosus che in latino significa “con grotte”) si estende a sud di Civita e le sue abitazioni sono particolarmente scavate nella roccia. Il Sasso Barisano, invece, si estende a nord ovest di Civita e l’origine del suo nome è incerto: forse deriva dalla sua esposizione verso la città di Bari. Rispetto al Sasso Caveoso, le case del Barisano sono più costruite che scavate.
Oggi i Sassi sono poco abitati, ma ospitavano circa 15.000 persone fino al 1952, quando una legge dello Stato ne decretò lo sfollamento per motivi igienico-sanitari. Come si può osservare dalle fotografie, le case, dette appunto Sassi, che compongono questi quartieri, hanno una struttura molto particolare: scavate nel tufo della Gravina di Matera, si ergono lungo un intricato snodo di vicoli, stradine e scale, grotte e palazzi signorili, archi ed ampie terrazze e sembrano essere costruite a strati sovrapposti.
Per lungo tempo i Sassi sono stati trascurati fino a quando l'Unesco, nel 1993, li dichiarò “Patrimonio dell’umanità da tramandare alle generazioni future”. Da quel momento in poi, ebbe inizio la rivalutazione dei quartieri abbandonati che furono a poco a poco restaurati e sono quindi tornati a vivere.
Matera non è l’unica città a presentare evidenti testimonianze della cosiddetta Civiltà Rupestre, infatti, altri centri pugliesi come Laterza, Ginosa, Palagianello, Mottola, Massafra e la stessa città di Gravina sono caratterizzati da un tipo d'insediamento urbano in grotte ancorate ai dirupi scoscesi della gravina.
Il termine “Gravina” significa dirupo roccioso abbastanza scosceso. La murgia della Puglia, altopiano calcareo d'origine sedimentaria che si estende sui territori delle province di Taranto, Brindisi e Bari, sconfinando in Basilicata, sino a Matera, presenta una superficie ondulata, in parte con rocce affioranti e per il resto con vegetazione arbustiva ed erbacea.
Le rocce sottostanti delle “Murge”, iniziarono a formarsi, sui fondali marini poco profondi, circa novanta milioni d’anni fa, nel periodo Cretaceo, a seguito del deposito di particelle decomposte di piccole forme di vita che abitavano il mare. Le sempre successive deposizioni di detriti erosivi delle rocce che i corsi d’acqua portavano al mare, con il passare dei secoli, si sono legati agli strati sottostanti formando nuove rocce stratificate. Dieci milioni d’anni fa, le rocce in formazione furono sospinte fuori delle acque del mare dai movimenti orogenetici della Terra, causati dall'azione della piattaforma continentale africana su quella europea. Tali rocce formarono la parte scheletrica delle attuali “Murge” che degradano verso il Golfo di Taranto, anche se un milione e mezzo d’anni fa la costa era arretrata di una quindicina di chilometri.
Gravine, avvallamenti e grotte, in buona parte si trovano sul versante Ionico, lungo quelle coste su cui le correnti marine, gli agenti atmosferici e le acque meteoriche, ad iniziare da più di un milione d’anni fa, le hanno prodotte. Grotte e gravine hanno fatto parte della storia dei primi uomini che hanno abitato il territorio a noi familiare.